Provando a navigare su Google Immagini o su siti specificatamente dedicati al mondo della fotografia, Flickr per esempio, possiamo renderci subito conto di come i ritratti fotografici più interessanti siano anche quelli più stravaganti: pose e inquadrature particolari, soggetti in movimento sono tutti elementi di base che contribuiscono a rendere migliori i nostri ritratti. Il risultato finale dipende tuttavia anche dal tipo di fotografia che vogliamo realizzare e soprattutto dall’idea che vogliamo trasmettere attraverso di essa. Ma anche da alcuni trucchi che possiamo adottare; questo è il primo di tre articoli dedicati all’argomento.
#suggerimento1; cambiare la prospettiva
Molto spesso, anche senza rendercene conto, realizziamo qualsiasi fotografia e quindi anche dei fotoritratti, tenendo la fotocamera in corrispondenza degli occhi del soggetto da fotografare. In questo modo si ottengono delle foto estremamente statiche, con il soggetto ripreso in maniera frontale. Tuttavia se proviamo a posizionare la fotocamera, al momento dello scatto, poco al di sotto della linea visiva del soggetto allora il volto da catturare risulterà immediatamente più interessante. Per scattare un ritratto veramente interessante, in cui valorizzare una qualsiasi posa, possiamo posizionarci anche in una posizione più alta rispetto al soggetto, con la fotocamera rivolta leggermente verso il basso. Oppure possiamo ugualmente piegarci sulle ginocchia per fotografare invece il soggetto dal basso. In particolare con quest’ultimo tipo di inquadratura potremmo rendere apparentemente il nostro soggetto molto più alto e slanciato. Non a caso se guardiamo le foto pubblicate nelle riviste, soprattutto quelle di moda, questo tipo di inquadratura è quella più usata per dare risalto alle figure.
#suggerimento2; gestire gli sguardi
La direzione degli occhi del soggetto della nostra foto può influenzare enormemente l’immagine. La maggior parte dei ritratti generalmente mostra un soggetto che guarda verso l’obiettivo della fotocamera: in questo modo si stabilisce una connessione diretta tra il soggetto e il fotografo e chi infine vedrà l’immagine.
Lo sguardo verso l’esterno. Molto spesso i ritratti più interessanti mostrano un soggetto che guarda fuori campo e non direttamente verso l’obiettivo. In questo modo la foto e la posa del soggetto potranno risultare subito più naturali. Volendo catturare un soggetto che guarda fuori campo è tuttavia indispensabile considerare questa regola basilare: il soggetto fotografato non dovrà essere posizionato al centro dell’area di scatto.
Altro aspetto da tenere in considerazione è lo sguardo verso l’interno (quella posa in cui lo sguardo del soggetto è rivolto ad altri elementi presenti nella scena: un elemento strutturale del luogo, un’altra persona, etc.). Quando si cattura un soggetto in questo tipo di posa la foto mostrerà all’osservatore un secondo punto di interesse al suo interno, dato dal rapporto visivo tra il soggetto e il dato elemento da lui osservato. In questo modo un semplice fotoritratto può trasmettere una storia all’interno dell’immagine. Comunque in linea generale i soggetti non dovrebbero mai occupare con lo sguardo il punto centrale della scena. In questo modo la composizione risulta immediatamente molto più armonica e bilanciata, in base al principio base della regola dei terzi.
#suggerimento3; variare la composizione
Variare la composizione di una foto può portare a risultati di particolare interesse, anche nel campo della ritrattistica. Secondo la regola dei terzi una qualsiasi immagine, può essere suddivisa idealmente in tre parti: 1/3 laterale + 1/3 punto morto centrale + 1/3 ancora laterale. Per rendere un ritratto veramente interessante una buona idea può consistere nel porre il soggetto lateralmente rispetto al “punto morto” centrale. Volendo ottenere un ritratto creativo possiamo sfruttare la regola per posizionare il soggetto anche ai margini della foto. Collocare il soggetto nel punto centrale della scena da catturare, come in una fototessera, blocca completamente la dinamicità della foto: per questo motivo l’area centrale viene definita come “punto morto”.
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